Cosa possiamo fare con tutti i nostri pensieri sull’arte?

Avere contemplato il mistero che unisce l’Arte e la Fede offre una grande possibilità concrete nella nostra vita quotidiana. Se, oltre a questo è un artista, deve rendersi conto di avere un ruolo importante e una missione da compiere. le richieste sono tanto elevate quanto esaltanti. Ascoltiamo Benedetto XVI che cita Paolo VI:

Abbiamo bisogno di te. ha detto il Papa. Il nostro dipartimento ha bisogno del vostro aiuto. Perché che, come sapete, il Nostro ministero è quello di predicare e rendere servizio. accessibile e comprensibile, e persino commovente, il mondo dello spirito, dell’invisibile, dell’ineffabile, di Dio. E in questo campo… siete dei maestri. È il tuo professione, la vostra missione; e la vostra arte è quella di prendere dal cielo della mente la sua tesori e vestirli di parole, colori, forme e accessibilità.” (Insegnamenti II, [1964], 313). La stima di Paolo VI per gli artisti era così grande che lo spinse a utilizzare alcune espressioni davvero audaci:“E se il vostro aiuto è mancato – ha continuato -, il nostro ministero sarebbe diventato e incerto, e avrebbe bisogno di fare uno sforzo, diciamo, di diventare essa stessa artistica, o meglio profetica. Per raggiungere la forza di espressione lirica di bellezza intuitiva, avrebbe bisogno di fare che unisce il sacerdozio e l’arte“.

  • Considerazioni per coloro che non sono artisti e coloro che sono :

L’arte è al servizio di che riceve il messaggio. Lo scopo dell’arte è infatti quello di trasmettere la realtà del mondo nel modo più efficace. affinché gli uomini, attraverso i loro sensi, possano avere accesso a queste stesse esperienze spirituali. realtà. Il luogo migliore è quello di Maria, della contemplazione. La il luogo della creazione artistica nel suo processo d’azione è quello della Marthe, anche se prima deve essere stata nei panni di Maria.

Sforziamoci, quindi, quando beneficiare dell’arte, di sporgersi dalla finestra, di non guardare le finestra stessa, e di contemplare attraverso di essa ciò che ci lascia intravedere.

Un esempio ma così produttivo è quello di ascoltare le canzoni durante la serata. Messa: se un canto sacro è così bello da sedurci, immergiamoci nella contemplazione di ciò che esprime, piuttosto che osservare coloro che cantano e concentrare la nostra attenzione su di loro, che è lo stesso che guardare il telaio della finestra. Sant’Agostino rivela la sua esperienza personale sull’ascolto degli inni sacri: “Come ho pianto quando ho ascoltato i vostri inni e cantici, profondamente commosso dalle voci della vostra Chiesa che cantavano in armonia! Queste voci si sono insinuate nelle mie orecchie e, nel loro flusso, la verità è scesa goccia a goccia nel mio cuore”.

Questo è ciò che il prefazio di Natale scritto da San Gregorio Magno, lo dice meravigliosamente Grande: rendiamo grazie a Dio Padre che, per il nostro bene, ha voluto l’incarnazione del suo Figlio “affinché conoscendo Dio in forma visibile, possiamo essere attratti (rapiamur) da lui all’Amore delle cose invisibili”. Cristo è, per così dire, il capolavoro dell’arte sacra nel senso il Padre ci esprime chi è (cfr. San Paolo). Tutti l’opera d’arte partecipa in varia misura all’opera d’arte in sé che è l’opera d’arte. Cristo, per estendere il linguaggio di Platone. È Dio, lo Spirito puro, che si esprime nella carne sensibile.

Ispirazione di San Gregorio, Benedetto XVI sviluppa: “Non si tratta di solleticare piacevolmente e vanamente l’osso della comicità. ma piuttosto di trasmettere e accompagnare il significato delle parole e delle immagini. atti liturgici in modo che i cuori dei fedeli siano trasportati (rapiatur) a il desiderio di armonia celeste e di condividere la beatitudine dell’universo. benedetto.(pag. 56 EM)

Benedetto XVI dice una cosa molto vera: “lui è che molti uomini sono più capaci di cantare col cuore con la bocca, e i loro cuori cantano veramente quando sentono il di coloro ai quali è stato dato anche di cantare con la bocca, così ben che in loro cantano se stessi… ” (p 40 EM).

Nello stesso Ecco una bellissima poesia, musicata da Bach, che è un’aria di altissima qualità. di queste cantate d’Avvento: “Alcuni Anche le voci deboli e soffocate possono onorare la maestà divina. Auto se lo spirito risuona attraverso di essi, è un tale tumulto per Dio che egli Lo sento fino in cielo! Questa è una verità ammirevole Ben detto, e in modo poetico.

Che cosa un detto di canto sacro è da estendere a tutte le arti.

Di più profondamente, un’altra conseguenza fondamentale deriva dalla natura della l’arte che abbiamo raggiunto attraverso lo studio. Se ricordiamo che L’arte è la traduzione sensibile di realtà spirituali, è ovvio che Queste sono le realtà che ci interessano di più e che hanno un valore maggiore. superiore. Continuando il ragionamento della partecipazione di Platone, Proponiamo di risalire dall’opera d’arte che partecipa all’Idea all’Idea stessa.

Possiamo quindi dire che le buone azioni, gli atti di Carità (teologica) sono musica; gli atti di Carità (teologica) sono musica; gli atti di Carità (teologica) sono musica; gli atti di Carità (teologica) sono musica. le anime pure e sante sono dipinti, ecc… ma non si esprimono nella sfera del sensibile. Un atto interiore e invisibile di Carità (per esempio, un semplice preghiera), manca solo la traduzione che la renderebbe percepibile ai sensi. Ma è già percepibile dall’intelligenza di Dio e da quella dell’uomo. angeli. Non è forse questo che diceva San Paolo quando ci esortava: “Cantate a Dio nei vostri cuori il vostro ringraziamento con salmi, inni e canti ispirati dallo Spirito” (Colossesi, 3-16). Permettetemi di sorvolare su questo punto e di dire al seguendo San Paolo: “Dipingete nei vostri cuori la vostra gratitudine a Dio con dipinti, icone, dipinti ispirati dallo Spirito…!”.

Al contrario, in alcuni opere d’arte, a volte non rimane che la traduzione, che alla fine sembrano cortecce vuote: l’espressione sensibile c’è, ma l’espressione la realtà spirituale che riflette non è più presente.

A questo proposito, i punti principali sono L’appello di San Giovanni Paolo II agli artisti, che in definitiva si applica a di praticare la splendida arte della santità: siamo tutti invitati a prendere parte all’emozionante creazione artistica della costruzione del Regno dei cieli, della Gerusalemme celeste, tutti invitati con Dio a creare questo capolavoro d’arte che è la Carità, l’Amore, per “fare della nostra vita un’opera d’arte, un capolavoro”, come abbiamo fatto in passato. dice il Papa polacco.